Circolo di Belluno

giovedì 2 aprile 2015

Elezioni regionali e autosospensione

Il Circolo Sel di Belluno si è riunito per discutere la scelta dell'Assemblea Veneta di sostenere la candidata del Partito Democratico alle prossime elezioni regionali. Tutti i presenti hanno espresso pareri molto critici nei confronti di questa alleanza con il partito di governo. Si ritiene infatti che la scusa di dover sconfiggere in Veneto il “blocco delle destre xenofobe” non regga il confronto con la realtà; lasciando da parte i numeri, già il semplice fatto di essere all'opposizione, di raccogliere firme contro certi provvedimenti, di manifestare contro certe politiche, di dichiararsi alternativi al modello neoliberista e via dicendo, ci sembrano ragioni più che sufficienti per considerare quest'alleanza improponibile e, comprensibilmente, non credibile agli occhi dell'elettorato, poiché già non lo è ai nostri.
In un'epoca in cui si governa a suon di cinguettii, ci limitiamo a citare una (prevedibile) uscita degli ultimi giorni della candidata alla Presidenza della Regione Veneto, Alessandra Moretti, sostenuta ufficialmente da Pd, Sel e Verdi; siamo convinti che (tanto più alla luce degli ultimi dati Istat sulla disoccupazione, che prontamente torna a salire) basterebbe da sola a provocare un profondo imbarazzo anche in chi, all'interno di Sel, quest'alleanza l'ha voluta, cercata e stretta: “Ho incontrato e ringraziato il Ministro Poletti" - scrive Moretti - "per la risposta che il Governo ha dato all'Italia con le nuove norme sul lavoro.” E infatti nell'accordo programmatico che il Circolo ha avuto modo di visionare, tanto per fare un esempio, dei diritti dei lavoratori non v'è traccia, quasi non fosse una questione centrale di questi tempi; per non parlare della montagna, che pare non esistere.
Per queste ragioni, in sintesi, il Circolo di Belluno non condivide la linea uscita dall'Assemblea Veneta e non farà campagna elettorale a sostegno della candidata del Pd Moretti. Per il voto, ovviamente, vale la libertà di coscienza.

Si sottolinea inoltre che i presenti hanno deciso all'unanimità di autosospendersi da tutte le cariche interne al partito.

Pd e rimpasto di Giunta

Le notizie dello scorso fine settimana sull'attacco del Pd a Massaro pongono con forza alla sinistra che con Massaro ha affrontato la campagna elettorale più di un interrogativo. La virulenza dell'attacco sembra dimostrare che il Pd bellunese ritenesse di essere ad un passo dall'entrare in quella Giunta che dichiarava di voler azzerare. Il punto però è che qualsivoglia discussione o trattativa che intenda portare ad una ricomposizione a sinistra (ammesso che ciò rimanga possibile nonostante la politica del governo Renzi) non può che avvenire in maniera pubblica e trasparente. Qualsiasi altra operazione sarebbe il peggio della vecchia politica e delle logiche di potere, cui purtroppo non si sottraggono affatto tanti alfieri del nuovo. E sarebbe per noi, già solo per il metodo, del tutto inaccettabile.
A fronte invece del rimpasto di Giunta, benché non proprio tempestivo, non possiamo che augurare un buon lavoro auspicando un rinnovato impegno per il buon governo della città, sottolineando però la necessità di un cambio di passo, nonostante l'attacco del governo agli Enti Locali.

mercoledì 24 settembre 2014

Governo e lavoro: meno diritti per fare cosa?

Non molto tempo fa il Ministro Poletti ci ha ricordato, quasi ce ne fossimo scordati, che “l’articolo 18 non è un totem.” Ora gli fa eco il Renzi. Piace sempre molto, in politica, parlare per metafore per non affrontare le questioni nel merito; in effetti di che si tratta? Sicuramente non di un totem, né di un mantra, ma di un articolo dello statuto dei lavoratori. È a dir poco sconfortante che un governo creda sul serio di rilanciare l’Italia abolendo il diritto al reintegro nei licenziamenti senza giusta causa (tant’è che il Presidente del Consiglio dei Ministri stesso, sensibile com’è al richiamo dell’ambizione personale, non molto tempo fa, per conquistare un partito che si spera stia provando almeno un minimo di imbarazzo, si esprimeva in senso opposto a quanto fa attualmente). Non è solo una questione di giustizia sociale, oltre che di puro buon senso – al riguardo c’è ovviamente chi ha una sensibilità diversa, che noi non condividiamo – semplicemente è pura fantascienza credere che ciò possa in qualche modo risolvere il disastro economico italiano, che ha ben altre radici.
Ma il Renzi – c’è da esserne certi – risponderebbe prontamente che loro sono per tutelare i precari, per superare la divisione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B (tanto per non farsi mancare le amate metafore calcistiche). Come no! Infatti questo governo di grandi speranze e larghe intese, per esempio, voleva eliminare del tutto la quota di stabilizzazioni obbligatorie dopo l’apprendistato; per fortuna l’iter parlamentare ha reintrodotto almeno una quota minima del 20% per le aziende con più di 50 dipendenti (e ciò nonostante riesce ad essere peggio della vituperata legge Fornero, che prevedeva infatti una quota minima del 30% senza distinzioni di dimensione dell’azienda, e dal 2015 la quota sarebbe passata al 50%).
Inoltre, come se non bastasse, il governo aumenta da uno a tre anni la durata massima dei contratti a tempo determinato senza causale. Pone un limite però: per massimo il 20% dell’organico… e chi sfora? Sanzione pecuniaria (no assunzione quindi) del 20% della retribuzione complessiva per la prima unità lavorativa che eccede la soglia, del 50% per quelle successive. Roba pesante insomma, da far venire i brividi. Ammessi ben 5 rinnovi nei tre anni (l’iter ha abbassato la quota di 8 inizialmente prevista dal Ministro); precedentemente, e parliamo sempre della Fornero, era previsto al massimo un solo rinnovo. Voleva anche abolire la formazione obbligatoria per l’apprendistato, ma pare non ci sia riuscito.
E dopo tutte queste mosse “geniali”, per le quali la destra liberista – giustamente – ringrazia di cuore? La disoccupazione e il precariato sono in continuo aumento, in particolar modo quelli giovanili, il cui abbattimento, a chiacchiere, è in cima alla lista delle priorità del governo. Di fatto siamo, assieme alla Grecia, il fanalino di coda dell’Europa. Inoltre il Pil cala, i consumi stentano a crescere, molte aziende continuano a soccombere alla crisi; i giovani laureati lasciano il paese. La maggior parte degli indicatori economici dipinge un presente nero, e non lascia certo ben sperare per il futuro. Il governo che doveva fare una riforma al mese prende tempo e promette una rivoluzione in 1000 giorni (faceva brutto dire quasi tre anni). A spese, come al solito, dei lavoratori e degli aspiranti tali.
Speriamo tutto ciò non cada nel dimenticatoio prima delle prossime elezioni. Nel frattempo ne approfittiamo per ricordare al Presidente del Consiglio dei Ministri che, dati alla mano, il costo del lavoro in Italia è in linea con la media europea e che l’unica differenza sostanziale, semmai, risiede nel fatto che, nonostante il costo per l’azienda sia grossomodo lo stesso, al lavoratore arriva in tasca di meno. Chiediamo quindi gentilmente al suo partito di invitarlo non solo ad un bagno di umiltà, ma anche a studiare un po’ di più prima di accingersi nuovamente a salvare l’Italia dal baratro. Altrimenti, se persiste nel non esibire meriti concreti, toccherà bocciarlo. O non funziona così?

Marco Barluzzi

venerdì 9 maggio 2014

Elettrodotto: bocciata l'opzione C, e ora?

Con il voto del consiglio comunale del 7 maggio scorso sembra sia chiusa (ingloriosamente, per vero) la vicenda “Terna”?
Sicuramente no, perchè i due progetti di cui parla il protocollo del 2009 sono all'esame degli organi competenti e -uno dei due- attende il via libera.
Vedremo come si comporteranno a Roma e Venezia quei partiti che dopo aver concepito il protocollo, si sono eretti a difensori dell'ambiente in Consiglio Comunale di Belluno ovvero Forza Italia e Partito Democratico.
E' però da sottolineare che anche questa -nel piccolo- è una vicenda che rimanda a quella -assai più importante- della cattiva politica e della melma che avvolge tanto "fare politica” in Italia.
Come giudicare chi dapprima firma il protocollo che permette a Terna di portare il 380 in linea aerea a Belluno (aspetti ben chiari nel protocollo del 2009 e chiaramente denunciati dalla sinistra) e poi fa finta di nulla e di non sapere che proprio quel protocollo ha prodotto il procedimento che porterà all'autorizzazione a favore di Terna?  E che fa finta di non sapere che il voto del 7 maggio proprio non blocca nulla, anzi permette di continuare sulla stessa via di prima?
Il voto della maggioranza è stato evidentemente un voto sofferto e che ha diviso, ma è stato un voto che aveva come oggetto non l'elettrodotto sì o l'elettrodotto no (a dire sì ci avevano già pensato PD e PDL nel 2008/2009), ma come ridurre il danno ovvero come tentare di risolvere una situazione creatasi per responsabilità altrui.
Non a caso proprio coloro cui risale la responsabilità del voto favorevole all'elettrodotto nel 2008/2009 non hanno votato per la prospettata “riduzione del danno”.
Quando si parla di riduzione del danno si parla sempre di un dato ipotetico, ma quando non si parla nemmeno di riduzione del danno si accetta l'esistente.
Nel rispetto del voto secondo coscienza che molti consiglieri hanno ritenuto di esprimere, il dato politico che balza agli occhi è però la compattezza di quella pattuglia: favorevoli allora al protocollo, contrari oggi alla riduzione del danno, senza nemmeno un atto di pentimento: non resipiscenza ma puro cinismo alla ricerca del consenso perduto.
E come considerare un partito come il Pd, partito di governo ed al governo, che si comporta come l'ultimo dei raggruppamenti populisti/demagogici, tanto da fare una cosa a Ponte nelle Alpi ed un'altra a Belluno ? E chissà cosa farà a Roma.
Insomma politica come gioco delle tre carte dove l'illusione è la regola; gioco a cui non partecipiamo.

Tappa bellunese per la Morandin

BELLUNO. La lista L’Altra Europa con Tsipras mette a punto gli ultimi passaggi in vista della campagna elettorale. Il comitato bellunese si è riunito giovedì scorso e ha nominato Iolanda Da Deppo presidente e Italo Cerentin segretario. Inoltre ha definito i vari incarichi in vista della campagna elettorale che, da qui al 25 maggio, vedrà sfidarsi diversi partiti per la corsa al parlamento europeo.
La capolista è Paola Morandin, operaia dell'Electrolux di Susegana, che sarà a Trichiana venerdì 9 maggio alle 20.30 nella la sala del cinema S. Felice.
Obiettivo della lista è proporre un’altra idea di Europa «alternativa a quella delle large intese, dell'austerità, del neoliberismo che, con la sua difesa ad oltranza della logica di mercato e della sfrenata accumulazione di ricchezza nelle mani di pochi, ha finito per opprimere strutturalmente le classi meno abbienti (e più numerose), vendendosi come “scelta dura ma obbligata”» spiega il comitato bellunese in una nota.
«Ad unire la sinistra in questa sfida è la convinzione che né con i mascheramenti della realtà operati dagli attuali governanti, né con i populismi antieuropeisti tanto in voga di questi tempi è possibile ottenere un miglioramento concreto delle condizioni di vita della popolazione europea. E non si può sperare di migliorare la difficile situazione che stanno attraversando anche i cittadini bellunesi se prescindiamo dagli equilibri europei che, in questa tornata elettorale, siamo chiamati a decidere. Si tratta di un'occasione che nessun elettore di sinistra (o meglio, nessun elettore che crede in un'Europa più solidale, sostenibile e democratica) dovrebbe farsi sfuggire».